L’IMPATTO DELLA RIFORMA DEL CATASTO SULLA TASSAZIONE

Con il termine catasto si indica, in senso generale, qualsiasi rilevamento sistematico di terreni ed edifici, quindi dei beni immobili, tipicamente accompagnato da una mappa e da un registro. Il concetto di catasto ha origini molto remote, ma da sempre ha avuto un solo scopo ultimo che accomuna tutti i tipi di casta, in ogni epoca e luogo del mondo; il calcolo e l’attribuzione delle imposte. Il re sumero Shulgi, che regnò tra il 2094 a.C. al 2047 a.C., nell’ambito dell’opera di centralizzazione dello Stato ideò il catasto generale, usato per calcolare le tasse e le imposte del regno. È stato anche accertato che stime dei terreni erano effettuate in Egitto, all’epoca dei faraoni e da lì in avanti, sarebbe stato adottato o inventato qualcosa di simile in ogni parte del mondo. Nei fatti il catasto ha il solo scopo di permettere il calcolo delle imposte da richiedere ai contribuenti legate agli immobili, è stato creato a suo tempo appositamente per tenere il conto degli immobili esistenti, dell’appartenenza e i valori economici ad essi attribuiti. Dobbiamo affermare quindi che l’unico motivo, che porti a modificare il catasto, è modificare le imposte ad esso legate. La Uil servizio lavoro, coesione e territorio ha fatto delle simulazioni rilevando che l’impatto della riforma del catasto non riguarderà solo le tasse che gravano sulla casa, come Imu, imposte ipocatastali, imposta di registro e così via, ma anche l’Isee, l’indicatore che consente di ottenere agevolazioni e sconti, con la conseguenza di un aumento delle rete di asili e mense scolastiche o di un’uscita dalla protezione sociale. Le simulazioni sono state fatte prendendo in considerazione i valori Omi, Osservatorio mercato immobiliare, sulle compravendite degli immobili aggiornati al secondo semestre del 2021 di un appartamento ubicato in zona semi centrale di un grande capoluogo, mettendo a raffronto i dati con le rendite catastali medie attuali (A/2 e A/3); con i nuovi valori catastali le rendite aumenteranno mediamente di oltre il 128% e, in valori assoluti, l’aumento dell’imposta municipale unica sarà di 1.150 euro, passando dagli attuali 896 a 2.046 euro. Una prima casa, ai fini del calcolo dell’Isee, aumenterà invece mediamente di 75mila euro, con il valore che passerà da 23.576 a 98.733, con un incremento percentuale che sfiora così il +319%.